Sei un agricoltore e non hai ricevuto un pagamento da parte dell’Agea?
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L’Agea è l’Ente Statale Italiano che gestisce lo svolgimento delle funzioni di Organismo di Coordinamento e Pagatore nell’ambito delle erogazioni fondi dell’Unione Europea ai produttori agricoli.
DOMANDA UNICA DI PAGAMENTO
Lo strumento che consente agli agricoltori di accedere ai pagamenti è la Domanda Unica prevista dal Reg. CE 73/2009. La riforma comunitaria ha disposto il riconoscimento di diritti individuali, i c.d. Titoli, in favore degli agricoltori che abbiano ricevuto negli anni 2000 – 2001 – 2002 pagamenti previsti dalla PAC (Riforma della Politica Agricola Comune) o abbiano acquistato in via ereditaria un’azienda da un agricoltore che godeva di questi contributi. Gli importi così ottenuti sono stati tramutati in titoli, cioè una quota fissa di contributo rapportato per ettaro di terreno; pertanto l’agricoltore beneficiario in sede di presentazione della Domanda Unica di pagamento sulla base dei suoi titoli assegnati, deve garantire a fronte del pagamento dell’aiuto, la coltivazione di una corrispondente superficie di terreno di cui sia proprietario o ne abbia disponibilità in forza di contratto.
DOMANDE E SCADENZE
La Domanda Unica deve essere presentata all’Agea tramite un Centro di Assistenza Agricola entro il 15 maggio di ogni anno.
PAGAMENTO
Il pagamento dovrà essere effettuato come disposto dall’art. 29 del Regolamento CE 73/2009 tra il 1° dicembre e il 30 giugno dell’anno successivo.
CONTROLLI E RIDUZIONE DEI PAGAMENTI
L’Agea è delegata ad effettuare controlli in loco intesi a verificare se un agricoltore adempie agli obblighi delle buone condizioni agronomiche. In caso di inadempienza dell’agricoltore, il totale dei pagamenti diretti erogati può essere ridotto del 5% se c’è stata negligenza e del 15% in caso di recidiva. Se l’inadempienza è intenzionale, la riduzione può essere del 20% e può arrivare ad escludere totalmente uno o più regimi di aiuto ed essere applicata per uno o più anni.
COSA FARE SE IL PAGAMENTO NON ARRIVA
Se per il 30 giugno l’agricoltore non ha ricevuto il pagamento o lo ha ricevuto in parte, l’Agea potrebbe aver riscontrato nella domanda un’ anomalia, di solito codificata con qualche acronimo di difficile interpretazione, per esempio nel caso esaminato veniva riporta la dicitura: importi pagati e recuperati (casi di irregolarità o frode) 80% domanda unica, che compariva dalla consultazione della domanda di pagamento (si allega documento), dopo di che tramite il Centro Assistenza Agricola si cercherà di aprire un colloquio reale con gli uffici dell’Agea per avere chiarimenti sia sulla natura dell’anomalia che sulla sua correzione. I contatti con gli uffici sono sempre molto difficili e come nel caso dell’agricoltore di Osimo preso come esempio, l’Agea non forniva nessuna spiegazione sul mancato pagamento.
Bisogna dire che difficilmente le Associazioni di categoria consigliano l’agricoltore di rivolgersi ad un avvocato, specie per importi di pagamento modesti, forse per una vecchia mentalità di campagna, ma nel caso esaminato l’agricoltore ha recuperato €4.200,00 di contributo non pagato oltre al rimborso delle spese legali.
IL CASO
La questione esaminata riguarda un agricoltore di Osimo in provincia di Ancona che nel 2010 stipulava con la Lega del Filo D’Oro un contratto di comodato per la coltivazione di un terreno agricolo.
Nell’anno 2013 la proprietaria iniziava sul terreno concesso in comodato la costruzione della nuova sede del Filo D’Oro e l’Agea in seguito a rilievi aerofotogrammetrici accertava una riduzione della superfici coltivata con conseguente decurtazione del contributo annuo, ma inspiegabilmente recuperava con compensazione anche i contributi pagati per l’annata agraria 2011 e 2012 del tutto regolari.
L’associazione di categoria per conto dell’agricoltore inviava all’Agea la documentazione dell’inizio lavori di costruzione del giugno 2013 e rilievi fotogrammetrici degli anni 2011 e 2012 dove si vedeva il terreno privo di costruzioni. Nonostante queste prove documentali evidenti, gli uffici dell’Agea non hanno mostrato mai nessuna disponibilità, costringendo l’agricoltore a ricorrere al Giudice di Pace di Roma, che accoglieva tutte le sue richieste come da sentenza di seguito (allega sentenza).